Cassazione Civile Sezione III 30 settembre 2014 n. 20547. Una donna sottopostasi ad un esame endoscopico non necessario, privo del consenso informato, subiva la lacerazione del duodeno che rendeva necessario un secondo intervento, che le causava il decesso. La Corte di Cassazione afferma una responsabilità del medico per inadempimento in merito sia al consenso informato che alla lacerazione da esame endoscopico determinante la necessità del successivo intervento e della conseguente tromboembolia. Non osta la mancanza di un’autopsia, rilevando pur una non assunta certezza della causa della morte, e la non corretta tenuta della cartella clinica, come risulta agli atti. In tema di consenso informato, la violazione del dovere di informare il paziente, può causare un danno alla salute, sussistente quando sia ragionevole ritenere che il paziente, su cui grava il relativo onere probatorio, se correttamente informato, avrebbe evitato di sottoporsi all’intervento e di subirne le conseguenze invalidanti; nonché un danno da lesione del diritto all’autodeterminazione, il quale sussiste quando, a causa del deficit informativo, il paziente abbia subito un pregiudizio, patrimoniale oppure non patrimoniale, diverso dalla lesione del diritto alla salute. In campo di consenso informato, le responsabilità a cui va incontro il medico e la struttura sanitaria, secondo le vecchie regole del protocollo che questi sino ad ora assumono, sono pressocchè ormai certe e la letteratura giuridica è ebbra di una amplissima casistica giurisprudenziale, per la quale è quasi impossibile sfuggire da un cencetto, suppur lieve, di responsabilità (Cass. Civ. Sez. III 19 settembre 2014 n. 19731; Cass. Civ. Sez. III 11 dicembre 2013 n. 27751; Cass. Civ. Sez. III 11 dicembre 2013 n. 27751; Cass. Civ. Sez. III 24 ottobre 2013 n. 24109; Cass. Civ. Sez. III 12 settembre 2013 n. 20904; Cass. Civ. Sez. III 20 agosto 2013 n. 19220; Cass. Civ. Sez. III 20 agosto 2013 n. 19220; Cass. Civ. Sez. III 31 luglio 2013 n. 18334; Cass. Civ. Sez. III 31 luglio 2013 n. 18334; Cass. Civ. Sez. sez. III 04 giungo 2013 n. 14024; Cass. Civ. Sez. III 16 maggio 2013 n. 11950; Cass. Civ. Sez. III 22 marzo 2013 n. 7269; Cass. Civ. Sez. III 19 febbraio 2013 n. 4030; Cass. Civ. Sez. III 29 novembre 2012 n. 21235; Cass. Civ. Sez. III 27 novembre 2012 n. 20984; Cass. Civ. Sez. III 27 novembre 2012 n. 20984; Cass. Civ. Sez. III 21 settembre 2012 n. 16047; Cass. Civ. Sez. III 21 settembre 2012 n. 16047; Cass. Civ. Sez. III 28 luglio 2011 n. 16543; Cass. Civ. Sez. III 30 marzo 2011 n. 7237; Cass. Civ. Sez. III 09 dicembre 2010 n. 24853; Cass. Civ. Sez. III 02 luglio 2010 n. 15698; Cass. Civ. Sez. III 02 febbraio 2010 n. 2354; Cass. Civ. Sez. III 29 settembre 2009 n. 20806; Cass. Civ. Sez. III 11 maggio 2009 n. 10741; Cass. Civ. Sez. III 11 maggio 2009 n. 10741; Cass. Civ. Sez. III 08 ottobre 2008 n. 24791; Cass. Civ. Sez. III 28 novembre 2007 n. 24742; Cass. Civ. Sez. III 14 marzo 2006 n. 5444).
Avv. Carmine Lattarulo